Museo del Bijou di Cremona
Per gli amanti dei gioielli e della storia che si cela dietro ad essi, il Museo del Bijou di Cremona è una tappa obbligata.
Un museo per gli appassionati del vintage e per gli amanti del bello, situato nel seminterrato dell’ex Collegio Santa Croce e contenente più di 20’000 pezzi.
La storia
L’industria del bijou è nata nel laboratorio di Giulio Galluzzi, originario di Codogno, che nel 1882 riuscì a realizzare la prima lastra di metallo placcato oro.
Di lì a poco, la sua impresa iniziò a produrre ed esportare i suoi prodotti, arrivando fino all’America Latina.
Sulla fine degli anni ’20, la Società Federale Orefici (SFO), fondata da lui stesso nel 1905, e la ditta Il Placcato, si fusero per formare una nuova realtà, la Società Anonima Fabbriche Riunite Placcato Oro.
La produzione di bigiotteria “fantasia” comprendeva forme e materiali innovativi, fortemente influenzati dalla moda del tempo.
Durante il dopoguerra, le fabbriche vennero convertite prima nella realizzazione di occhiali da sole, poi in radio, registratori e motori elettrici, abbandonando per sempre la produzione di gioielli e diventando Fabbriche Industrie Riunite (FIR).
La collezione presente al museo è stata recuperata dagli ex-dipendenti, che riuscirono a salvare l’intero campionario prima che andasse perso. Il tutto fu poi donato al Comune nel 1985.
Il Museo
Istituito nel 1984, il Museo è dedicato al patrimonio storico-industriale italiano, con una collezione di più di 20’000 oggetti prodotti dalle fabbriche di Casalmaggiore, nel periodo tra la fine dell’Ottocento e gli anni ’70 del Novecento, tra cui orecchini, collane, bracciali, spille, anelli e tanto altro.
Il materiale con cui vennero realizzati è chiamato “Oro Matto”, poiché non prezioso, ed è proprio questa la caratteristica che ha reso famosa la piccola cittadina in provincia di Cremona come la capitale del placcato-oro.
Oltre ai gioielli, i visitatori possono trovare durante il loro percorso anche attrezzi, macchine utensili, fotografie e cataloghi per completare il tuffo nel passato nel “secolo d’oro”, un fenomeno industriale unico in Italia.
L’esposizione è integrata da due laboratori, uno professionale ed uno didattico.