Murano: la storia del vetro Made in Italy
Quella del vetro di Murano è una storia che inizia più di un millennio fa a Venezia. Le prime testimonianze della produzione del vetro risalgono al VI secolo, ma la certezza scritta viene da un atto di donazione firmato dal lavoratore del vetro veneziano Dominicus Phiolarius nel 982, data con la quale si fa ufficialmente iniziare la produzione di questa eccellenza italiana.
L’inizio
Il vetro fiorì nella città di Venezia a seguito di migrazioni venute dall’est. Coloro che scappavano verso ovest dall’assedio di Costantinopoli avevano assimilato negli anni l’arte della lavorazione del vetro apprendendola dall’Impero Romano, di cui la città faceva parte. Venezia si trovò ad essere il porto finale dei migranti e così iniziò una grande e potente tradizione di produzione di vetro. La Repubblica di Venezia riconobbe fin da subito la potenzialità della lavorazione di questo materiale e agì sempre per promuoverla e proteggerla.
In origine, la lavorazione di questo vetro era finalizzata alla creazione di specchi e bottiglie, articoli per cui la città delle acque era conosciuta e apprezzata. Fu alla fine del 1200 che, a causa dei frequenti incendi che divampavano nella città, le fornaci vennero spostate nell’isola di Murano, ancora oggi visitabili. L’effetto positivo che si ottenne da questo trasferimento fu la possibilità di unire sulla stessa isola i produttori del vetro, i quali potevano scambiarsi consigli e conoscenze, tramandandoli alle generazioni successive e dando vita alla prima produzione industriale del mondo.
Le innovazioni
A partire dal 1450 è sotto il famoso artigiano Angelo Barovier che la produzione del vetro si evolve e migliora. Barovier mise a punto nuove tecniche che poi vennero affinate nei secoli seguen
ti, tra le quali il metodo con cui realizzare il “Cristallo veneziano” che donò al vetro una trasparenza unica. Ciò permise di creare oggetti trasparenti e di ottenere le indicazioni necessarie per creare i primi specchi al mondo veramente riflettenti. Una seconda innovazione arriva alla fine del 1600, quando il maestro Giuseppe Briati ideò il lampadario fiorito di Murano, famoso ancora oggi in tutto il mondo.
Altra grande tappa nella storia produttiva di questa eccellenza Made in Italy fu la creazione delle perle di vetro di Murano che vennero utilizzate come moneta dai marinai mandati alla scoperta del mondo. Le popolazioni incontrate, infatti, non utilizzavano il denaro come mezzo di pagamento, ma davano valore agli oggetti decorativi e fu grazie a questi scambi che gli esploratori riuscirono a portare in Europa cibi e ingredienti fino a quel momento sconosciuti.
I vetrai di Murano conobbero un periodo di incertezza a cavallo tra il 1600 e il 1700, quando si fece strada lo stile boemo di intagliamento del vetro. Il vetro di
Boemia venne scoperto intorno al 1250, ma ebbe maggiore successo nel XVII secolo in quanto molto richiesto per la creazione di opere barocche. Il vetro dell’Europa centrale era certamente più portato ad essere intagliato del vetro di Murano, più adatto invece ad essere scolpito. Passato il periodo di riduzione della produzione del vetro dopo la caduta dell’impero napoleonico e l’arrivo delle regole asburgiche, che ovviamente favorivano il vetro di Boemia, ci fu un nuovo momento di crescita per l’isola di Murano.
Nella metà del 1800 i forni di Murano ricominciarono la loro attività a pieno ritmo, ma questa volta abbandonarono la produzione di oggetti commerciali, dedicandosi esclusivamente alla realizzazione di beni di lusso. In particolare nacque l’interesse per i gioielli, il cui vetro necessario alla loro realizzazione venne chiamato di Murrina. La lavorazione consiste nella fusione, grazie al calore del forno, di piccole tessere monocromatiche o di sezioni di canna di vetro colorate secondo un disegno previsto, così da ottenere un tessuto vitreo coloratissimo. È una tecnica che può essere intrapresa solo a mano, per questo non esisterà mai un gioiello uguale ad un altro.
Nella prima metà del 1900 iniziò anche la creazione di oggetti di design, ideati in onore della prima Biennale d’Arte Internazionale di Venezia nel 1895. Tra questi pezzi di alto arredamento degni di nota troviamo sicuramente gli innovativi calici con gambo a spirale creati dalla famiglia Barovier.
La lavorazione del vetro
Il vetro di Murano viene creato tramite la lavorazione e fusione di una sabbia alla quale viene aggiunta della soda e, successivamente, lo stabilizzante, coloranti e opacizzanti, questi ultimi in base all’esigenza di produzione. La fusione del materiale solitamente avviene la notte a circa 1300°, in modo che la mattina sia possibile iniziare la lavorazione. Si tratta di una produzione complessa a cui si affianca la manualità dell’artigiano nella modellazione del vetro per la realizzazione di ogni tipo di oggetto, dal più semplice a quello più elaborato.
Attualmente l’antico mestiere sta attraversando una crisi dovuta alla minaccia dell’industria di massa, ma gli intenditori e i turisti attenti all’unicità dei materiali e all’autenticità dei processi produttivi continuano ad acquistare questi capolavori che da più di 1000 anni incantano gli occhi di chi li guarda.