I gioielli nell’Antico Egitto
Gli egizi sono presenti da sempre nel nostro immaginario come un popolo legato alle piramidi e allo sfarzo dei faraoni. Oggi dedichiamo un articolo interamente alla loro passione per i gioielli e alle tendenze che sono nate in Egitto in tempi antichissimi!
I gioielli più diffusi
Nell’antico Egitto, gli orafi e i creatori di gioielli in generale non avevano un luogo di lavoro proprio, ma operavano dalla corte del sovrano ed erano scelti personalmente dallo stesso.
Gli ornamenti più diffusi erano:
- Collari circolari
- Pettorali
- Bracciali
- Anelli a sigillo
- Orecchini a cerchio
- Diademi e ornamenti per il corpo da indossare su vestiti o parrucche
Le forme hanno vissuto una forte influenza mesopotamica per poi sviluppare dei caratteri propri, legati a simboli, credenze religiose e fasti dinastici.
Le prove che abbiamo oggi di quanto riportato dai testi antichi derivano direttamente dai ritrovamenti fatti nelle poche tombe che non sono state saccheggiate nel corso dei secoli.
Le forme, normalmente, rappresentavano personalità, dei, astri o forme che riportavano a concetti astratti ma pur sempre simbolici e ricchi di significato.
I materiali più usati erano oro, argento e gemme preziose, ma anche maioliche e paste vitree.
Queste ultime erano composte da silicati, argille e soda, mescolati con cobalto o rame per raggiungere rispettivamente i colori blu scuro o blu/verde chiaro.
Lo smeraldo veniva usato in quantità limitata perché difficile a reperirlo, ma si diffuse dopo l’interesse per lo stesso da parte di Cleopatra.
Le pietre preziose più utilizzate erano molte, lapislazzuli, turchese, malachite, quarzo, diaspro e tanto altro, sempre dai colori sgargianti e fascinosi.
La simbologia dei gioielli
Nell’Antico Egitto, i gioielli avevano una finalità: proteggere il portatore dalle forze del male.
Il popolo egizio, infatti, era profondamente legato alla religione e ogni gioiello diventava un simbolo del divino stesso.
Oltre al simbolo del divino, la simbologia egizia è ricca di figure zoomorfe come gatti, fiori di loto, serpenti, scarabei, ecc.
Lo scarabeo, una delle raffigurazioni più diffuse come sigillo o amuleto, era caratterizzato dall’addome ricoperto di incisioni.
Gli orefici, seppur è vero che non avevano ancora un luogo fisico in cui esercitare il loro mestiere, erano dei lavoratori cui era stato assegnato un dio protettore, il dio Ptah, spesso raffigurato come un nano.